Flavio Scutti

Copyright 2022

Sound Design






Onde


Soundtrack for a film directed by Francesco Bertocco 



Onde 

Waves 

DCP, 2013 

(15 min) 


Onde (Waves) | Trailer  

https://vimeo.com/86504781 


Nello spazio della clinica il sonno diventa un'esperienza fisica, in cui le sue varie fasi si alternano ciclicamente nel corso della notte. La preparazione del paziente si trasforma in un rituale di passaggio tra il mondo cosciente e il mondo esterno. Ogni azione dell'attività notturna è monitorata e analizzata con minuzia. ONDE è un percorso dentro i movimenti del sonno, un ritratto sulla percezione del corpo dormiente attraverso l'osservazione scientifica. 


Within the clinic sleep becomes a physical experience in which various phases periodically alternate through the night. The preparation of the patient becomes a rite of passage between the conscious world and the catatonic sphere. During the night every action is monitored and meticulously analysed. WAVES is a path into the movements of sleep, a portrait of scientific perception of the sleeping body.


released February 28, 2014 


Francesco Bertocco

https://www.francescobertocco.com/onde


Fondazione Mondino, Istituto Neurologico Nazionale a Carattere Scientifico | IRCCS, Pavia

http://www.mondino.it/disturbi-sonno-sintomi-diagnosi-cure-terapie/



https://flavioscutti.bandcamp.com/album/onde











Allegoria


Soundtrack for a film directed by Francesco Bertocco 



ALLEGORIA (Allegory) 

HD video, 2014 

Video installation - single channel 

(23 min) 


ALLEGORIA | Trailer 

https://vimeo.com/113511490 


Allegoria affronta i linguaggi del documentario sperimentale, mettendo in opera tre registri diversi di rappresentazione con l’obiettivo di dare forma ad un’inedita essayist video practice, capace d’integrare registri onirici e fictionali alla narrativa teorica. La camera ci introduce infatti agli stabilimenti di una casa farmaceutica, esplorandone l'architettura, la fisiognomica del luogo ed il loro legame con l'estetica corporativa, dalla plasticità ovattata e impersonale, che essi veicolano. Un corpo multinazionale e diffuso, disinnescato nella sua identità "esoterica" e riportato al suo compito discorsivo. 


Allegory faces the languages of the experimental documentary genre, staging three different representation records with the goal of giving shape to a never-before-seen essayist video practice, able to integrate oneiric and fictional records with theoretical narrative. In fact, the camera allows us to enter the facilities of a pharmaceutical company, exploring the architecture, the physiognomy of the place and the bond with the corporative aesthetic, from the impersonal and cocoon-like plasticity, which they channel. A multinational and widespread body, defused in its “esoteric” identity and brought back to its conversational intent.


released November 23, 2014


Francesco Bertocco

https://www.francescobertocco.com/allegoria



https://flavioscutti.bandcamp.com/album/allegoria











Carganico


Sound installation for an exhibition of Barbara De Ponti 



VIDEO 

https://vimeo.com/120790523 


To Identity. Processo come strumento di progetto 

5 febbraio 2015 – ore 15.00 conferenza – ore 18.30 inaugurazione mostra 


Casa dell’Architettura, Roma 

piazza Manfredo Fanti 47 


La Casa dell’Architettura presenta To Identity un progetto di Barbara De Ponti dedicato alla storia dell’ex Acquario Romano a cura di Antonio Luigi Stella Richter. 

I numerosi interventi in mostra, di cui alcuni site specific, raccontano come questa pratica artistica si serva di strumenti messi a disposizione dallo studio d’archivio, dall’antropologia, dalla geografia applicati all’oggetto architettonico ed esplori ciò che dietro l’architettura si cela, svelando aspetti sociali e di relazione con la città, spesso dimenticati o nascosti dal cambio d’uso e dal trascorrere del tempo. 

La sera del 5 febbraio la mostra si arricchisce della presenza del performer Pino Calabrese in Route to Identity e del sound Carganico project di Flavio Scutti. 

Precede l’inaugurazione la conferenza Il processo come strumento progettuale, su ciò che, al tempo stesso, è mezzo e fine della pratica artistica. Il dibattito tra voci di differenti discipline ospiterà Pio Baldi, Matilde Marzotto Caotorta, Ermanno Cristini, Barbara De Ponti, Flavio Scutti, Antonio Luigi Stella Richter con la partecipazione di Claudio Greco. 


“Le caratteristiche dell'Acqua Marcia tanto lodate dagli antichi attirarono l'attenzione di Pietro Carganico, piscicoltore di Como, e lo indussero a ricercare un sito adatto alla costruzione di uno stabilimento ittiogeno ed acquario a Roma: "Per quanto abbia studiato le acque di Roma, solo l'Acqua Marcia per la sua bassa temperatura è indicata eminentemente per la nascita dei pesci sani e robusti e principalmente per la preziosa famiglia delle trote e dei salmoni". 


Scartate le prime ipotesi di Fontana di Termini e di via Nazionale, il Consiglio comunale deliberò il 12 luglio 1882 la concessione gratuita al Carganico di un'area pubblica in piazza Manfredo Fanti per la costruzione di un acquario e di una scuola pratica di piscicoltura. Fu prescelta quindi la zona di espansione edilizia dell'Esquilino già individuata come tale dall'Amministrazione Pontificia, ma realizzata dopo il 1870 con ardore e voracità, rinnovati dal grande programma edilizio connesso al trasferimento della capitale del nuovo Stato unitario da Firenze a Roma. L'urbanizzazione della zona fu un tipico prodotto di quegli anni. I fabbricati del tutto privi delle decorazioni a stucco in uso nell'epoca, i cortili, l'intonaco ocra e i pochi balconi della prevalente edilizia popolare, case d'affitto a 4 0 5 piani, si alternarono ad edifici signorili opera di celebri architetti quali Piacentini, Koch, Carnevali. Unici edifici pubblici di fine ottocento la chiesa di S. Antonio da Padova e l'Acquario di Ettore Bemich. 


L'Acquario a Roma fu quindi realizzato nel periodo che va dall'unità d'Italia agli anni ottanta quando, secondo gli indirizzi di Quintino Sella, si cercò di dare alla città una nuova connotazione superando l'ostracismo al "moderno" in auge sotto il suo precedente sovrano e dotandola di quelle istituzioni e attrezzature scientifiche funzionali al compito di Capitale di uno stato moderno e liberale. 

Ottenuta la concessione dal Comune, Carganico potè procedere alla realizzazione pratica della sue idea, illustrata nel Programma e statuto della Società Romana di piscicoltura ed acquario che prevedeva la creazione di una struttura polifunzionale con una scuola di piscicoltura, un acquario e uno stabilimento ittiogeno produttivo associati ad un'altra struttura per l'allevamento ittico operante nel lago di Nemi Lo stabilimento doveva produrre pesce adatto ad una alimentazione a costi bassi, "con ruscelli per lo schiudimento delle uova, e con bacini per l'allevamento dei pesciolini disposti tanto per la vendita a chi vorrà popolare le proprie acque, quanto per essere da noi gettati a suo tempo a crescere ed ingrossare nel lago di Nemi... Il nostro Stabilimento poi non solo metterà in commercio uova e pesciolini indigeni e forastieri per chi vorrà popolare le proprie acque, ma farà anche vendita del grosso pesce vivo destinato alla cucina. E per questo i laghetti del nostro giardino saranno sempre forniti di qualche migliaio di kilogrammi di pesci di qualità ricercata, che noi vi Importeremo, ed il buon gustaio non ci farà cattivo viso, perché noi sapremo nella loro prigionia migliorarne le carni, come si fa coi polli nella stiai". Associata allo stabilimento la scuola pratica di piscicoltura, con corsi annuali e l'Acquario "Attraverso a quei nitidi cristalli cento pittoresche e naturali scene ci attirano a studiarvi i misteri della vegetazione e della fauna marina, lacustre e fluviale, la cui vita si agita in limpide acque fra variate scogliere, ghiaiati fondi, e verdeggianti erbe acquatiche". 

Carganico non trascurò nemmeno il fine ricreativo ad uso di un più vasto pubblico: "Quest'ampia sala capace colla sua platea, 

palchetti e loggie di circa duemila persone, può essere destinata per trattenimenti vocali-istrumentali, per adunanze, esposizioni enologiche, e soprattutto per esposizioni di fiori, mercè l'annesso giardino...'" e la possibilità di praticare la pesca sportiva nel laghetto del giardino "Questi piccoli laghi sempre alimentati da fresche e pure acque correnti, saranno aperti alla pesca, che i visitatori potranno esercitare, trovandovi un gradito divertimento, mentre potranno mandare il pesce pescato alle loro cucine, o a quella del nostro caffè restaurant aperto nel giardino. 


Nel 1884 inizi6 la costruzione dell'Acquario su progetto di Ettore Bernich (Roma 1845? - Napoli 1914?) architetto romano, già autore del primo progetto di Acquario a Vla Nazionale. I lavori di muratura terminarono a metà del 1885 ma l'inaugurazione fu più volte rinviata per difficoltà finanziarie che si fecero sempre più pressanti al punto che Carganico fu costretto a cedere la concessione e gli immobili alla Società Anonima dell'Acquario Romano probabilmente formata dagli stessi precedenti finanziatori. L'inaugurazione - avvenuta il 29 maggio 1887 - ebbe vasta risonanza sui giornali romani La Capitale, Il Messaggero, Capitan Fracassa, Il Fanfulla, Il Cracas, Osservatore Romano e L'Illustrazione italiana che nell'occasione pubblicò le poche immagini rimaste dell'edificio, ingresso e giardino opera del disegnatore Dante Paolocci e una foto della sala interna Per dare adeguata risonanza all'apertura dell'Acquario fu anche stampato un manifesto cromolitografico disegnato da Giuseppe Marchetti (Roma 1844 - ivi 1908) che raffigura l'Arte che conduce i pesci a Roma mentre Tritoni e Sirene cercano di impedirlo. Tutti entusiasti e positivi i commenti sulla stampa, per la bellezza dell'edificio, del suo apparato decorativo e per l'originalità di un'iniziativa che voleva conciliare scienza, produzione e divertimento. 

L'utilizzo dell'Acquario come sala da concerti ebbe quasi subito inizio, annunciato dal L 'Osservatore Romano del 3 luglio 1887 nella Cronaca cittadina: "Domani sera all'Acquario romano, dalle ore 6 alle 9 pom. suonerà il concerto musicale romano diretto dal maestro Ruiti" mentre, per il carnevale del 1888, il 9 febbraio il quotidiano avverte i lettori "Acquario romano. Questa sera si inaugurano anche qui i grandi veglioni, che non potranno riuscire brillantissimi, per la vastità e ricchezza dei locali, illuminati a luce elettrica". 

La breve attività scientifica e didattica dell'Acquario durò solo fino al 1899 diretta da Decio Vinciguerra, ittiologo genovese. Ben presto venne anche abbandonata l'attività di piscicoltura mentre si intensificava l'uso dell'edificio per manifestazioni di vario genere, veglioni, esposizioni agricole, trattenimenti di pattinaggio. Il Comune mise quindi in mora la Società dell'Acquario Romano richiedendo la restituzione dell'area concessa "per uso esclusivo di stabilimento ed insegnamento pratico di piscicoltura e acquario colle relative industrie"' e ne rientrò in possesso alla fine del 1891. 

La stima effettuata per conto del Comune il 24/4/1894 è sicuramente la descrizione più completa dei fabbricati e del giardino, utilizzabile, per l'ampiezza e l'esaustività della relazione, anche per lo studio degli elementi architettonici. 

Si susseguirono quindi svariati tentativi di utilizzo della struttura: dal progetto di trasformazione in bagni pubblici nel 1895, alla convenzione firmata il 20 dicembre 1900 tra Comune, Ministero dell'agricoltura e del commercio per utilizzare temporaneamente i locali per i lavori di spoglio del IV censimento della popolazione e successivamente riutilizzarlo come stabilimento di piscicultura e museo di pesca in collaborazione con il Museo di Zoologia dell'Università di Roma. La concessione aveva la durata di nove anni, ma non fu utilizzata. 

Dal 1908 1'Acquario fu destinato a spettacoli teatrali e cinematografici, fino al 1930 quando si perse ogni traccia della originale idea del Carganico di una struttura polifunzionale aperta anche al pubblico e l'edificio fu adibito prima ai servizi del Governatorato e successivamente a deposito per gli scenari del teatro dell'Opera. Sgomberato alla fine del 1984 per l'inizio dei lavori di restauro ad opera del Comune è stato per anni utilizzato come sede di convegni e conferenze. Attualmente è la sede della Casa dell'Architettura. 

Le poche immagini coeve dell'Acquario Romano sono opera di Dante Paolocci (Civitavecchia 1849 - Roma 1926) corrispondente-disegnatore da Roma de L'Illustrazione italiana per circa trent'anni Paolocci trasmetteva a Milano, sede dell'editore fratelli Treves, circa una o due tavole a settimana, disegni, fotoincisioni e servizi fotografici sugli eventi e personaggi di Roma Capitale. 

Per l'inaugurazione dell'Acquario disegnò il prospetto e l'ingresso principale che, insieme con la raffigurazione sulla parete di sinistra dell'atrio dell'edificio, costituiscono l'unica documentazione visiva rimasta della situazione originaria. 

Un portichetto ionico (ora demolito) su Via Carlo Cattaneo segnava l'ingresso principale, in asse con il prospetto dell'edificio, raggiungibile percorrendo due ponticelli rustici che scavalcavano il laghetto. Sentieri laterali si inoltravano nel giardino, costeggiando il laghetto, tra scogliere, aiuole e i resti archeologici dell'Agger servianus, antiche mura romane di epoca repubblicana. Una recinzione (poi demolita) in bassa muratura, con infisse aste di ghisa, circondava il giardino, interrotta da altri due ingressi laterali su via Principe Amedeo e Principe Umberto. All'interno, in posizione eccentrica, è situato l'Acquario edificio pubblico di aspetto monumentale dagli evidenti riferimenti archeologici al Pantheon e al Colosseo. Profondo conoscitore dell'antichità classica, in particolare romana, Bernich utilizza la tipologia dell'anfiteatro per il corpo cilindrico e quella dell'arco trionfale e del ninfeo per l'avancorpo. Il corpo cilindrico è scandito da semicolonne con capitello dorico nella zona inferiore a bugnato rustico e da paraste corinzie nella superiore a bugnato liscio. L'intera decorazione dell'avancorpo si ispira a soggetti marini: ai lati della nicchia centrale con calotta a conchiglia si trovano due edicole ornate dalle statue allegoriche della Navigazione e della Pesca, con i frontoni triangolari sormontati da tondi a rilievo tra due cariatidi. Forte il risalto decorativo del fregio della cornice di coronamento con delfini, tridenti, conchiglie e palmette, identico a quello delle terme di Agrippa al Pantheon. Sopra la cornice si innalza il gruppo finale in malta, ora mutilo, raffigurante il carro di Venere trainato da un tritone e una nereide.” 


Il testo dell'editoriale di Barbara Mussetto è estratto dal catalogo della

Mostra Roma città dell'acqua [P 365-369] allestita in Casanatense nel 

1994.


released February 5, 2015 


Barbara De Ponti

http://barbaradeponti.com/to-identity-processo-come-strumento-di-progetto/


Casa dell'Architettura, Roma

https://www.casadellarchitettura.it/senza-categoria/to-identity-processo-come-strumento-progetto/



https://flavioscutti.bandcamp.com/album/carganico












Fame


Music for Sabine Delafon Project 


Collaboration with A Hot Star aka Claudio Francesco Baldassarri 



Recorded at “Fame by Sabine Delafon at Il Lazzaretto, Milan – opening on may 18, 2016 from 7 pm til 10 pm – Sound performing by Flavio Scutti – with Equoevento.” 


FAME, 2014 – today 


A work about homeless signs http://www.iamhungry.it/ 

From 2014 Sabine Delafon buys homeless paper signs where they say to be hungry. She talks with them and photographs the purchase of their advertisements. The paper cards are then photographed and the photos are printed. Every advertisement becomes a black and white poster in a 100×700 cm format (edition limited to ten pieces at 100 each), a Marios t-shirt (edition limited to ten pieces at 100 each) and a Limoges porcelain plate (edition limited to ten pieces at 100 each). The printings can be bought. Part of the proceeds is donated to Banco Alimentare http://www.bancoalimentare.it/. 


“I am hungry” is in reality a message, a human condition shared by all: regardless of whether it is hunger for food, hunger for love, hunger for beauty, culture or travels, we all are hungry for something.


released May 18, 2016 


A Hot Star aka Claudio Francesco Baldassarri 

http://www.ahotstar.it/ 

https://ahotstar.bandcamp.com/ 

https://www.instagram.com/ahotstar/ 

https://soundcloud.com/ahotstar 

https://www.facebook.com/ahotstarmusic/ 

https://open.spotify.com/artist/1JKD8SmRhvq9dLUIFDId7S?si=AcNhIOihQPCWnKqpExr1lQ 


Sabine Delafon 

http://sabinedelafon.com/fame/ 

https://iamhungry.it/



https://flavioscutti.bandcamp.com/album/fame












National Center


Soundtrack for a film directed by Francesco Bertocco 



Nation Center 

MiniDV, 2016 

(8 min) 


Filmed and recorded in CNAO, Pavia


released July 30, 2016


Francesco Bertocco

https://www.francescobertocco.com/



https://flavioscutti.bandcamp.com/album/national-center












Animal


Soundtrack for an animation film directed by Rita Casdia 



Year 2016 

Time 3’20’’ 


Il video animato Animal, nasce in relazione alla lettura del libro Presenze animali di J. Hillman, e vuole mettere in scena la dimensione primitiva ed istintiva, degli esseri umani, contrastata e allontanata a favore di una dimensione addomesticata dalla razionalità. 


The video of digital animation Animal, just en act the primitive and instinctive dimension of the human beings. This ancestral power is lost and is opposed and removed for a domesticated dimension by the rationality.


released October 21, 2016 


Rita Casdia 

http://www.ritacasdia.com/works/Pagine/Animal.html 

http://www.visualcontainer.org/it/artisti/rita-casdia/



https://flavioscutti.bandcamp.com/album/animal












Teeth


Soundtrack for a film directed by Caterina Viganò 



Excerpt from TEETH, 2015 

https://www.instagram.com/p/BaqtiYIlKMJ/?utm_source=ig_web_copy_link


released October 31, 2016 


Caterina Viganò

https://caterinavigano.cargo.site/



https://flavioscutti.bandcamp.com/album/teeth












Reflection


Soundtrack for a film directed by Kita Ratysheva 



Final Agape 2018 

Aspect Ratio 1.85 : 1 

Runtime 26 min 


EXTRACT 

https://vimeo.com/325103355 


Irma Vep is an ancient vampire who has come to sunny Barcelona to play her dark DJ set in one underground club. Her companion, Sabet, is a young occult philosopher, whom she turned into vampire some centuries ago. He is in the search for the final victim to finish his bloody ritual and merge with God. The lost soul, Sarah, whose wife just died, tries to start a new life by fulfilling her wife's last wish. 


—Kita Ratysheva


released March 29, 2017 


Final Agape 

https://www.imdb.com/title/tt8385666/

https://www.facebook.com/FinalAgape/


Kita Ratysheva

https://vk.com/kita_ratysheva



https://flavioscutti.bandcamp.com/track/reflection












“Il preteso corpo” di Alberto Grifi


Collboration with Martino Nencioni



Sonorizzazione per "Il preteso Corpo" di Alberto Grifi, a cura di Flavio Scutti e Martino Nencioni, in occasione del finissage della mostra "Francesco Bertocco - Alberto Grifi" curata da Simone Frangi 


VIDEO 

https://vimeo.com/117424866 


Opening 25th November 2014, until 23rd January 2015 

Viafarini DOCVA - Fabbrica del Vapore 

Via Giulio Cesare Procaccini 4, Milano 

http://facebook.com/events/703767663075350/ 


Secondo approdo di un progetto di ricerca sulle corrispondenze transgenerazionali, l'esposizione di Francesco Bertocco (1983) e Alberto Grifi (1938-2007) a Viafarini DOCVA stringe due ricerche audiovisive eterogenee e lontane nel tempo sulla nuova operatività del corpo postmoderno all'epoca della sua medicalizzazione forzata. Il progetto bipersonale, di natura installativa e dialogica, traccia un confronto serrato tra Allegoria di Francesco Bertocco, produzione video HD del 2014, e Il preteso corpo di Alberto Grifi, esercizio audiovisivo del 1977 basato sul ritrovamento di un footage storico risalente al Ventennio fascista al mercatino della Fiera di Senigallia a Milano, e firmato da Grifi come ready made. 

In Allegoria, Bertocco affronta i linguaggi del documentario sperimentale, mettendo in opera tre registri diversi di rappresentazione con l'obiettivo di dare forma ad un'inedita essayist video practice, capace d'integrare registri onirici e fictionali alla narrativa teorica. La camera ci introduce infatti agli stabilimenti di una casa farmaceutica, esplorandone l'architettura, la fisiognomica del luogo ed il loro legame con l'estetica corporativa, dalla plasticità ovattata e impersonale, che essi veicolano. Un corpo multinazionale e diffuso, disinnescato nella sua identità "esoterica" e riportato al suo compito discorsivo. 


Operando come un antecedente storico e come un elemento d'imprinting nella pratica di Bertocco, Il preteso corpo di Grifi implementa il piglio critico e politico dell'operazione espositiva a due. Il lavoro del 1977 - imperniato sullo sfruttamento del ready made come pratica d'appropriazione e di legittimazione e il found footage come istanza grammaticale del cinema - propone un documentario ospedaliero sulla sperimentazione di un medicinale prodotto da La Roche su persone considerate psichiatricamente "tarate" per verificarne gli effetti secondari, stimati come "tempeste" vascolari e convulsioni paralizzanti. Bertocco e Grifi riflettono sinergicamente sul topos del "corpo ritrovato" nel capitalismo avanzato, un corpo concepito come prodotto astratto della tecnologia, indotto a dimenticare la sua carnalità libera perché ormai deciso genealogicamente e socialmente da prassi discorsive e lemmi normativi di origine medica. 


Il progetto è reso possibile grazie a Associazione Culturale Alberto Grifi, Politecnico di Milano, Studio Azzurro 


released April 1, 2017 


Studio 

Recording 25th November 2014, Bovisa, Milano 


Viafarini DOCVA - Fabbrica del Vapore 

Recording 23rd January 2015, Viafarini DOCVA - Fabbrica del Vapore, Milano 


Accademia di Belle Arti di Brera 

Recording 1st April 2017, Accademia di Belle Arti di Brera, Milano 



Flavio Scutti - http://chincaglie.altervista.org/ 

Martino Nencioni - http://facebook.com/martinonencionithen 

Francesco Bertocco - http://francescobertocco.com/ 

Associazione Culturale Alberto Grifi - http://www.albertogrifi.com/49?post=264



https://flavioscutti.bandcamp.com/album/il-preteso-corpo-di-alberto-grifi













La Boîte Noir E


Music for theater performances 



La Boîte Noir E | ESPERIMENTOQUADRO feat Flavio Scutti | CH 

6 April 2017 - La Reliure 45 rue de Saint-Jean 1201 Genève 


La mémoire constitue-t-elle la façon de regarder chaque instant? 


Lorsque vous faites appel à votre mémoire, vous récupérez ses différents éléments constitutifs pour créer une forme nouvelle. Ce qui apparaît n’a jamais existé auparavant. En somme, chaque fois qu’un souvenir se manifeste, vous créez. Le souvenir se forme donc dans le présent. La mémoire est donc présente autant que passée. 


Le philosophe contemporain Bernard Stiegler explore le concept de la mémorisation dans son processus créatif. Les rétentions sont des sélections: dans le flux de conscience que vous êtes vous ne pouvez pas tout retenir, ce que vous retenez est ce que vous êtes, mais ce que vous retenez dépend ce que vous avez déjà retenu. Stiegler a identifié (identifie) trois types des rétentions. Les rétentions primaires sont ce qui arrive au temps de la conscience et ce que la conscience retient. Ex. La rétention primaire est ce qui retient une note de musique entendue pour la lier à celle qui suit. Les rétentions secondaires sont les rétentions primaires qui sont retenues par votre conscience, étant entendu que celles-ci ne peut pas tout retenir. Les rétentions tertiaires sont les sédimentations (conscientes et inconscientes) qui se sont accumulées au cours des générations, et qui constituent de ce fait un processus d’individuation. 


Les rétentions primaires (R1) sont le «tout juste passé» que vous retenez présentement, les rétentions secondaires (R2) sont les filtres par lesquels vous ne retenez pas tout, les rétentions tertiaires (R3) résultent de individuation technique, elles surdéterminent les deux autres; si bien qu’on peut écrire: «R3 (R2(R1))». Tout objet produit par l’homme est une rétention tertiaire. Les rétentions tertiaires sont le milieu dans lequel interagissent les rétentions primaires et secondaires. Ces rétentions tertiaires, Bernard Stiegler les appelle aussi epiphylogénétiques, car elles constituent un système de support de mémoire externe à notre propre corps, et grâce auquel nous nous transmettons une mémoire de générations en générations. 

En janvier de cette année, le philosophe italien Umberto Eco, écrit à son neveu une lettre dans laquelle il l’exhorte à étudier par cœur. Il parle d’une maladie qui affecté la génération actuelle: la perte de mémoire. 


La mémoire vivante, la mémoire morte, la mémoire volontaire et involontaire, la mémoire collective, la mémoire de qui ? , celle du corps et des rêves, et encore celle de la langue et celle motrice. 


Ces objets sont partagés et évoqués avec le public, dans une performance qui n’a pas encore de memoire. 



Cos’è 


Un lavoro performativo sulla memoria, i meccanismi che ne determinano il funzionamento e come questi a loro volta determinano la struttura di cio’ che ricordiamo. 


In breve 


Partendo dagli studi di tre importanti esponenti in diverse discipline, Daniel Kahneman (psicologia cognitiva), Marvin Minsky (scienze cognitive)e Bernard Stiegler (filosofia contemporanea), ci siamo posti il problema di come lo spettatore ricorda l’esperienza della performance e di come mettere in luce che i performer sono essi stessi soggetti mnemonici, vincolati a condividere con il pubblico lo spazio del ricordo. 


Razionale 


La memoria determina il modo di osservare ogni istante? 


Quando i centri della memoria si attivano, diversi elementi vengono recuperati per creare una nuova forma. 


Ciò che ci appare non è mai esistito prima: ogni volta che si manifesta un ricordo, si crea. 


Il ricordo si forma nel presente mentre la memoria che lo concepisce opera come un ponte tra presente e passato. 


Nell’ esplorazione del suo processo creativo, il filosofo francese contemporaneo Bernard Stiegler esplora il concetto di memorizzazione parlando di ritenzione. Le ritenzioni sarebbero delle selezioni: nel flusso di coscienza che siamo, non ci è possibile ricordare tutto, quello che ricordiamo è quello che siamo, ma quello che riteniamo dipende da ciò che avevamo già ritenuto, selezionato, in qualche modo (in)consciamente scelto. Nella sua analisi Stiegler identifica tre tipi di ritenzione: 


- la ritenzione primaria, ovvero ciò che accade nei momenti di coscienza e che questa immagazzina. Un esempio di ritenzione primaria è quella che ci permette di ascoltare una nota musicale e di collegarla a quella successiva. 


- le ritenzioni secondarie, ovvero le ritenzioni principali che sono stoccate dalla nostra coscienza, tenendo conto il fatto che questa non può ricordare tutto. 


- le ritenzioni terziarie, ovvero le sedimentazioni della coscienza e dell’inconscio, che si sono accumulate nel corso delle generazioni, e che costituiscono quel che si potrebbe definire un processo di individuazione. 


In sostanza, le ritenzioni primarie (R1) sono l’ "appena passato", che s’imprime nella mente oggi, le ritenzioni secondarie (R2) sono i filtri a causa dei quali non immagazziniamo tutte le informazioni, le ritenzioni terziarie (R3) sovradeterminano le altre due, in un processo d’individuazione tecnica che ci consente di scrivere: "R3 (R2 (R1))." 


Tutti gli oggetti prodotti dall'uomo sono ritenzioni terziarie, l'ambiente in cui interagiscono le ritenzioni primarie e secondarie. 


Bernard Stiegler chiama queste ritenzioni terziarie epiphylogénétiques, « epifilogenetiche », in quanto forniscono un sistema di supporto, di memoria esterna al nostro corpo attraverso il quale si trasmette la memoria di generazione in generazione. 


Quando nel gennaio del 2014, il filosofo italiano Umberto Eco scrisse al nipote una lettera in cui lo esortava ad imparare qualsiasi cosa, anche futile, a memoria, metteva in evidenza una malattia che affligge tutta la generazione contemporanea: la perdita della coscienza mnemonica. 


La memoria è multipla. 

La memoria è viva, svanita, elettronica, volontaria ed involontaria, collettiva, di chi? del corpo e dei sogni, del linguaggio e motoria. 

La nostra memoria è l’ultimo baluardo tra l’identità umana e l’oblio dell’automazione. 


Struttura 

Intro: 0-5 min / spazio vuoto, audio e video iniziano a dar vita alla scatola / i performer sono fuori dalla scena, entrano a tempi alterni fino ad occupare ognuno un posto a sedere su dei cubi neri nello spazio. 

Proiezioni attraversano i loro corpi in modo irregolare. 


Quadro I: 6-10 min / i performer cominciano ad utilizzare le scatole come casse di percussione per la creazione di un ritmo collettivo, cacofonico inizialmente e gradualmente piu’ serrato. Il ritmo raggiunto si ispira ai videogame anni 80 (esempio: Tetris - https://www.youtube.com/watch?v=NmCCQxVBfyM ). Una volta raggiunto il ritmo collettivo, i performer iniziano a sganciarsi dai cubi, avanzando lentamente verso il pubblico. Non c’è aggressività qui, solo un naturale movimento d’insieme verso la direzione del pubblico. 


Quadro II: 11-15 min / dall’azione lenta si passerà bruscamente ad un moto nello spazio molto rapido, che si concluderà con un set di 3 performer visibili mentre gli altri saranno al suolo. I due performer visibili sul fondo scena inizieranno un dialogo improvvisato della durata di 2min+1min+30secondi. I dialogo è infatti ri-creato ogni frazione di tempo, da capo. Un segnale scandisce la fine di ogni “round”. 


Quadro III: 16-18min / tutti i performer si “riattivano” ricreando una dinamica che porta all’esecuzione di un “telefono arabo” col corpo - ovvero una sequenza in cui si trasmettono un gesto copiandolo l’uno verso l’altro, senza che il successivo della catena se ne accorga. In questa fase è possibile inserire registrazioni audio e/o audio di memorie. 


Quadro IV: 19-23min / tutti i performer si sganciano dall’azione precedente per ritrovarsi a distribuire scatole nere al pubblico. Le scatole nere, sono micro scatole in cartone, nere, vuote ma ripiene di naftalina. Quando il pubblico le aprirà e le passerà tra i presenti verrà rapidamente invaso da questo odore che serverà da marker per ricordi pregressi o futuri. 


Quadro V: 24min-28min / 3 performer su scena, come nel quadro II, ma invece di un dialogo, 2min+1min+30secondi, verrà improvvisata una danza a due. Il terzo performer scrive, in real-time, quello che vede accadere su scena, per poi rileggerlo (microfono), durante l’esecuzione di 1 min. Al termine di questa azione, i due danzatori escono, l’ultimo performer resta su scena, prende una macchina fotografica istantanea, si avvicina al pubblico, scatta una foto (no sound/flash qui), va via. Una decina di secondi dopo la sparizione parte una serie di flash fotografici molto forti, proiettati, con suoni annessi. La scatola si chiude. 


DAF FESTIVAL | 5 au 9 AVRIL 2017 | http://daffestival.com/ Expérimentations ou premières visions, l’art déviant n’a, selon nous, ni préjugés, ni prétentions. Il est multiple, ambulant, mutable, mouvant. Il est kaléidoscope et action. 

Cette année, le DAF cèlébre son 5ème printemps. Pour l’occasion, en plus de la farandole incontournable d’hyperactifs du son, du corps et du bidouillage, on y verra également défiler une sélection d’hôtes à même de nous rassasier la panse et la pensée. 

C’est donc avec un plaisir immense que nous vous invitons à notre célébration de 5 jours, à partager l’énergie de l’instant présent avec cette simple certitude: être ensemble. 


released April 6, 2017 


ESPERIMENTOQUADRO 

https://www.esperimentoquadro.com/ 

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https://www.youtube.com/user/ESPERIMENTOquadro 


CENC 

http://cenc.ch/ 

https://www.facebook.com/CENCGVA/ 


DAF Festival 

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https://www.facebook.com/events/1426192030758903/ 

https://daffestival.com/



https://flavioscutti.bandcamp.com/album/la-boi-te-noir-e












AFFECTIVE SCIENCES


Soundtrack for a film directed by Francesco Bertocco 



Affective Sciences 

HD video, 2017 

(28 min) 


AFFECTIVE SCIENCES | extract 

https://vimeo.com/196595254 


Il National Center of Competence in Research Affective Sciences - Emotions in Individual Behavior and Social Processes (NCCR - Affective Sciences) è la più importante organizzazione che conduce studi su larga scala sulle emozioni umane. Le emozioni, come noi le conosciamo, sono ciò che più rappresenta e identifica l'essere umano. Esse sono la nostra storia e la nostra unicità. Inoltre, esse rappresentano noi stessi sia consciamente che inconsciamente. Sono presenti nel modo in cui percepiamo le cose che ci circondano, attraverso i nostri sensi. Tutto ciò fa della nostra esperienza qualcosa di vivo e reale. Questo film è un'ode alla complessità di ciò che giace sotto le nostre più significative sperienze. 

AFFECTIVE SCIENCES è un'investigazione di questo struttura scientifica, un tentativo di decostruire la sua complessità, attraverso l'osservazione dei luoghi e le voci che contribuiscono a definire la sua identità. 


The National Center of Competence in Research Affective Sciences - Emotions in Individual Behavior and Social Processes (NCCR - Affective Sciences) is the most important organisation that conducts large-scale studies about human emotion. Emotions, as we know them, are what mostly represent human beings. They are our history and uniqueness. Also, they represent ourselves both consciously and unconsciously. They are present in the way how we perceive objects that surround us and through our senses. All this makes our experience something living and real. This film is an ode to complexity of what lies behind our most significative experiences. AFFECTIVE SCIENCES is an investigation of this scientific structure, an attempt to deconstruct its complexity, through the observation of the places and voices that contribute to its identity. 


released May 14, 2017


Francesco Bertocco

https://www.francescobertocco.com/affective-sciences



https://flavioscutti.bandcamp.com/album/affective-sciences












INDEX


Soundtrack for a film directed by Francesco Bertocco 

INDEX HD video, 2017 (20 min) 



vimeo.com/322625749 


INDEX nasce come un'indagine territoriale che si muove intorno a due luoghi vicini a Gallarate (VA), legati alla storia italiana del volo, presente e passata: Il Campo della Promessa e Volandia Parco e Museo del Volo. Questi luoghi attraversano la storia del XX Secolo italiano, gli eventi e i pionieri "eroici" dell'aviazione, il continuo modificarsi delle ideologie legate alla pratica del volo. 

Gli spazi museali, i velivoli ma anche le architetture abbandonate e riconquistate dalla natura, raccontano il modo e i modi in cui fatti e miti della storia del volo sono stati raccontati e trasmessi. 

Il tema del volo diventa così una sorta di metafora della pratica artistica stessa indagando le relazioni tra uomo e desiderio, utopia e progetto, rapporto con la tecnologia e capacità di immaginare il futuro.


released June 13, 2017 


Francesco Bertocco

https://www.francescobertocco.com/index-1



https://flavioscutti.bandcamp.com/album/index












Protostorica


Sound installation at Cinema del reale, Castello di Corigliano d'Otranto, Lecce 31 luglio 2017 




31 luglio 2017, ore 19.30 - Castello Volante di Corigliano d'Otranto 

XC! FESTA D'ESTATE PER CECILIA MANGINI 

Le luci del Cinema del reale si riaccendono nel Castello Volante di Corigliano d'Otranto. 



Panoramica dello scavo archeologico realizzato dal prof. Paul Arthur e Paola Tagliente, dell'Università del Salento, nel biennio 2000-01, nella sala ovest del cortile delle dimensioni di circa 13,80 x 9,95 ml coperta da una volta a sesto acuto nel complesso architettonico del castello De' Monti di Corigliano d'Otranto (Le), per conto del comune stesso e della Soprintendenza dei Beni Architettonici della Puglia. 


I lavori, effettuati in occasione dei restauri volti al ripristino e alla rifunzionalizzazione della struttura, hanno rivelato una sequenza stratigrafica che, a parte le presunte tracce di età protostorica, riguarda un arco di tempo compreso tra i secoli XIII/XIV e XIX. Importanti a questo proposito sono le strutture, i reperti ceramici e numismatici venuti alla luce.


released July 31, 2017 


Cinema del reale 

www.cinemadelreale.it/cdr/news.php?newsAction=showNewsById&id=92



https://flavioscutti.bandcamp.com/album/protostorica










MONO


Soundtrack for a film directed by Matteo Cremonesi 



The forty fragments are generated by computer with Pure Data programming that controls in real time through the "Universal System Exclusive Messages" the Yamaha TX802 synthesizer (rack-module version of the DX7mkII), to generate an optimized audio signal for CV/gate to pilot oscillator and filter inputs of a Micromoog and generate dynamic frequency modulations on an analog machine. 


I quaranta frammenti sono generati mediante computer con programmazione Pure Data che controlla in tempo reale attraverso l'Universal System Exclusive Messages il sintetizzatore Yamaha TX802 (rack-module version of the DX7mkII), che mediante segnale audio ottimizzato agisce sugli ingressi CV/gate di oscillatore e filtro di un Micromoog per generare delle modulazioni di frequenza dinamiche su macchina analogica. 



Matteo Cremonesi, MONO, HD video, 50:05, 2017 

https://phroommagazine.com/conversation-piece-1-matteo-cremonesi/ 


Matteo Cremonesi’s practice starts from observation and the obsessive, accurate study of everyday objects, usually technological devices. Using the camera he examines and decomposes those objects as a doctor on the operating table. After the operation takes place, we can still identify those objects and their function but we eventually find ourselves in an unexpected world. 

Moving closer, the lens collects that thin layer of air that lies between the surface of the object and the lens itself, and immediately what was once a printer, a ceramic vase, a mirror, a curtain, is now something new, fascinating, unexplored. 

Matteo Cremonesi looks at these design objects and industrial materials as a sculptor does by falling in love with shapes and their plasticity and can do nothing but record them, take a picture of them and, in an act of gratitude, show them to us through his eyes. 


The work that Matteo proposed for Conversation Piece consists of several elements in which we find all the themes that are dear to him. In the first place, photography, but a kind of photography that approaches sculpture; in fact, the titles of his photographic series contain the word “Scultpure”, as a prefix, followed by the name of the photographed object, stating that what we are looking at is a sculpture, no longer an ordinary object. Matteo’s work has an exploratory attitude: often leaving the studio, he makes long wanderings in the city of Milan at night and brings home some of the objects he finds around. Some other times he makes videos that insist on the sculptural quality of the object portrayed. This is the case of the film on display “Mono”, which, sounded by Flavio Scutti, visually explores a copy machine and returns its sculptural nature back to us. 

Matteo will also present a sculpture lying on the ground and composed by his notebooks, which the viewer can observe or, once we overcome the fear, take in our hands and browse. 



Il lavoro di Matteo Cremonesi nasce dall’osservazione, dallo studio meticoloso ed ossessivo di oggetti quotidiani e banali, dispositivi tecnologici che, come sul tavolo operatorio vengono scomposti e analizzati nelle loro parti attraverso la macchina fotografica. Attraverso l’obiettivo, riconosciamo l’oggetto in questione e la sua funzione ma allo stesso tempo ci sembra di trovarci in un mondo nuovo. L’avvicinarsi dell’obiettivo, attraverso l’uso prospettico, raccoglie quel leggero strato di aria che si trova tra la superficie dell’oggetto e la lente e immediatamente quello che prima era una stampante, un vaso di ceramica, uno specchio o una tenda, diventa qualcosa di nuovo e affascinante, inesplorato. Matteo Cremonesi guarda a questi oggetti di design, questi prodotti dell’industria come uno scultore che si innamora delle forme semplicemente per la loro plasticità e non può far altro che registrarle, fotografandole e, in un atto di gratitudine mostrarle a noi attraverso i suoi occhi. 


Il lavoro che Matteo ha pensato per Conversation Piece, si compone di diversi elementi, nei quali sono presenti tutte le tematiche a lui care. In primo luogo la fotografia, ma una fotografia che si avvicina alla scultura; molte delle sue serie fotografiche racchiudono infatti nel titolo la dicitura “Scultpure”, a mo’ di prefisso, seguito dal nome dell’oggetto fotografato, andando ad affermare che quello che stiamo guardando è una scultura, non più un oggetto qualunque. Il lavoro di Matteo è di tipo esplorativo: spesso lasciando lo studio compie lunghe peregrinazioni notturne nella città di Milano. Il risultato di questi viaggi sono appropriazioni di piccoli manufatti trovati, altre volte video, che insistono anch’essi sulla qualità scultorea dell’oggetto ritratto, come nel caso del film in mostra “Mono”, che, sonorizzato da Flavio Scutti, esplora una fotocopiatrice e ci restituisce in modo ancora diverso dalla fotografia questo mondo scultoreo. Infine una scultura a terra composta dai suoi taccuini, che lo spettatore può osservare nella loro forma, oppure, superata la naturale timidezza, prendere e sfogliare. 


released November 15, 2017 


Matteo Cremonesi

http://matteocremonesi.org/mono/

https://www.instagram.com/matteocremonesi_edition/



https://flavioscutti.bandcamp.com/album/mono